cantina

Cantina LISCA s.s. - Ittiri (SS)

LISCA s.s.

L’azienda agricola Lisca è una piccola azienda vitivinicola a conduzione familiare nata nel 1993 con lo scopo di produrre uno spumante col Metodo Classico utilizzando esclusivamente vitigni locali come il Vermentino ed il Cannonau. Attualmente è l’unica azienda in Sardegna che produce un Metodo Classico Millesimato con le suddette uve, con oltre 36 mesi di affinamento in bottiglia. Tutte le fasi della lavorazione vengono effettuate presso la nostra cantina.

Cantina Liune Apicoltura Nomade - Norbello (OR)

Liune Apicoltura Nomade

Liune Apicoltura Nomade ha la sua sede a Norbello, antico borgo situato al centro della Sardegna, nel Guilcier. Popolato sin dal neolitico, quest’angolo di mondo ospita dagli inizi del Novecento, uno dei laghi artificiali più grandi d’Europa che porta il nome del suo creatore, Omodeo. Intorno al Lago un territorio di selvaggia bellezza, contraddistinto da rocce di diversa natura geologica, sopra le quali prospera una imponente vegetazione; panorami spettacolari offre l’Area protetta di Assai all’interno della quale vivono parte delle nostre api. A cavallo tra Barbagia e Campidano, la naturale posizione geografica del Guilcier ha fatto incontrare le popolazioni locali con Fenici, Punici, Romani, Bizantini. La campagna è punteggiata da nuraghes, domus de janas e chiese medievali. Ambiente, archeologia, cultura e tradizioni rendono il Guilcier un affascinante angolo di Sardegna.

Con l’inizio del nuovo millennio nasce l’attività dell’azienda Liune, dedita alla produzione di mieli di qualità, attraverso l’arte del nomadismo, la transumanza degli alveari sulle fioriture pregiate per ottenere mieli monofloreali di altissima qualità. Gli alveari vengono posizionati prevalentemente lungo la valle del Tirso, nella vicina Barbagia di Belvì e sulle rosse vallate della Marmilla.Durante l’arco dell’anno si raccolgono mieli diversi:miele di Asfodelo, chiaro. Il sapore e il profumo sono lievi con connotazioni floreali e vegetali; miele di Cardo, ambrato tendente al giallo vivo.

Spesso con riflessi verdi, il profumo è di frutta e di fiori nello stesso tempo così come il sapore, caratterizzato da un leggerissimo fondo amaro e astringente; miele di Sulla, chiaro. Il sapore e il profumo sono lievi con connotazioni di noci fresche, di fieno, quasi di torrone;miele di Eucalipto, ambrato chiaro. Il profumo intenso è molto caratteristico, il sapore fine evoca le caramelle mou; miele di Castagno, ambrato scuro. Il profumo intenso è molto caratteristico, il sapore non dolce, tannico astringente, con un retrogusto leggermente amaro;miele di Corbezzolo, ambrato con tonalità grigio-verdi.

Il profumo è pungente, di foglie d’edera, di erbe amare, di fondi di caffè, il sapore, molto particolare, è decisamente amaro. Nel corso degli ultimi anni si è intrapreso un progetto di valorizzazione di antichi prodotti ormai abbandonati dal mercato globale. A partire dal miele si possono ottenere numerose prelibatezze, con la semplice aggiunta di frutta secca finemente tritata (nocciole, mandorle, pistacchi etc), il miele diventa così un’ottima crema da pane o una base per la preparazione di dolci. Il processo appena descritto può essere utilizzato per produrre delle confetture, composte esclusivamente da miele e frutta adeguatamente lavorata.Da una particolarissima e antica lavorazione del miele si produce l’abbamele utilizzata, ad esempio, nella preparazione di dolci tradizionali. Dalla fermentazione del miele si ottiene, inoltre, l’idromele e da questo l’aceto e il distillato di miele.

Cantina LOICOSSU Liquori di Sardegna - Cagliari (CA)

LOICOSSU Liquori di Sardegna

La nostra avventura inizia nel 2016, dall’esigenza di creare un Liquore di nuova generazione non ancora presente sul mercato. Iniziammo così dall’analisi e dallo sviluppo di prodotti della nostra tradizione, che ci portò a sperimentare nuove miscele di erbe, radici e frutti fino a raggiungere la ricetta di ZENZERINO che oggi avete sulla vostra tavola. "Colleghi e amici nella vita, Marco Loi e Massimiliano Cossu, rappresentano la nuova generazione della piccola e media imprenditoria che fa di un sogno e passione un lavoro audace, innovativo, con prodotti nuovi concepiti da materie prime semplici. Quella semplicità che da sempre caratterizza la migliore tradizione e professionalità italiana."

Cantina Le Tenute di Carlo Pili - Monserrato (CA)

Le Tenute di Carlo Pili

Carlo Pili è un nome che si conosce. Una garanzia. Il nome di uno che ha coltivato vigne e fatto vino. E ha messo il suo nome nell’etichetta perché tutti sapessero a chi dire che il vino era buono. Nome e cognome, e due paesi, Monserrato dove il vino lo sanno fare. E il paese delle vigne, Soleminis, dove le vigne le sanno curare.

Oggi i nostri vini hanno i nomi delle famiglie che hanno amministrato queste terre. Per ricordare sempre che le vigne hanno una storia lunga. E nell’etichetta mettiamo sempre il nome di Carlo Pili, nostro padre. Perché ad ogni brindisi possiate mandargli un pensiero, ed un complimento, perché il vino è buono.

Cantina Ledda Fele - Oliena (NU)

Ledda Fele

Boinaglios e? un vino tratto da uve Cannonau DOC selezionate e prodotte nell’agro di Oliena. Per i suoi requisiti geografici e? riservata la dicitura Nepente di Oliena.
Le uve sono prodotte nella vigna situata in localita? Boinaglios (o Voinaglios = bovari o conduttori di buoi), da cui il vino prende il nome. Vi si accede da una via di penetrazione che parte a fianco del locale “il Grifone”, di fronte alla strada per la chiesetta di Nostra Signora di Monserrata, dalla strada Provinciale 46 che da Oliena conduce alla zona di Su Gologone e Dorgali.

E’ una vigna all’interno di una zona naturalmente inserita nella Strada del Cannonau. Su tutti i lati e? circondata da altri vigneti, e dista circa 400 metri dall’alveo del fiume Cedrino che attraversa tutta la vallata di "Papaloppe" (circa 130-150 m slm). Il terreno e? di tipologia argilloso-permeabile particolarmente vocato per la vite. Il clima e? di tipo mediterraneo, semiarido, tipico delle zone interne con apporti idrici mediamente da 708 mm l’anno, con appena 43 mm nei mesi estivi.

Queste caratteristiche erano gia? ben note ai componenti della Famiglia Tolo, che coltivarono la vite fin dal 1565, quando il capostipite Sebastiano Tolo (poi Tolu) ottenne in concessione i terreni dell’Arcivescovo di Cagliari, Mons. Parragues di Castillejo, acquisendo in seguito possedimenti che dalla zona di Galtelli? (allora sede della Diocesi) si estendevano fino all’agro di Oliena. Nella meta? del 1800 Donna Luigia Tolu sposo? il Dr Alberto Calamida (Il primo “Medico dei Poveri”, zio del Dr Raffaele) e la vigna Boinaglios fu tra i terreni ereditati che la Famiglia Fele-Calamida coltivo? fino alla fine del 1900. Nel 2004 la vigna e? stata reimpiantata e lo stemma araldico della Famiglia Tolo e? stato adottato dagli attuali discendenti Ledda Fele come simbolo, ed esposto ad etichetta del vino, assieme a due strofe della poesia “Oliena all’Ospite” scritta da Francesco Fele.

<<…S’ulianesu ca no est avaru / et las rezzit de coro sas visitas, / a s’ospite chi tenet meda caru / offerit sas prus cosas ischisitas; / e bilu invitat finzas a rebotas / da uve che regorden bellas cottas. Ca su vinu nigheddu generosu / craru e perfettu de forza e profumu / ti tenteat, ca est troppu gustosu, / a non ti regulare in su consumu; / et non penzas chi piccat conca e pedes / si buffande su limite l’eccedes>>.

(L’olianese, che non e? avaro / e riceve di cuore le visite / all’ospite che gli e? molto caro / offre le cose piu? squisite / e lo invita anche agli spuntini / dai quali riportano belle sbornie. Perche? il vino nero generoso / chiaro e perfetto di forza e profumo / ti tenta, poiche? e? troppo gustoso / a non regolarti nel consumo; / e non pensi che ti prende a testa e piedi / se bevendo il limite eccedi.) Da Uliana a s’Opite, Francesco fele 1936.

Il nome Nepente, che deriva dal greco "ne" (non), e "penthos" (tristezza), nessuna tristezza, fu attribuito al Cannonau di Oliena da Gabriele D’Annunzio, decantandolo nel 1909 nella famosa guida alle Osterie d’Italia (di Hans Bart), avendolo conosciuto durante una sua visita ad Oliena nell’estate del 1882 assieme con Cesare Pascarella ed Edoardo Scarfoglio, inviati in Sardegna per conto del giornale “Capitan Fracassa”. D’Annunzio, astemio, se ne inebrio? solo al profumo ed i tre, che furono anche ospiti di Giovanni Tolu, come raccontato da Scarfoglio, rimediarono una solenne sbronza. Scarfoglio cosi? descrisse quella visita:

<<…..Andammo nel pomeriggio ad Oliena, dal sindaco, che ha tutto il salotto tappezzato di fogli illustrati. Il sindaco, naturalmente, ci costrinse a bere due o tre bicchieri di vino; poi si usci? tutti insieme per vedere Giovanni Tolu, il piu? ricco possidente di Oliena. Egli raccoglie tanto vino da ubriacare per tutto l’anno un reggimento prussiano, e non sa nemmeno lui quante tanche abbia, popolate di bovi e di cavalli.Mena una vita di sardo antico; vita di cacciatore e bevitore. Lo trovammo in casa, vestito con un borghese agiato, ma col berretto sardo; e ci accolse con una cortesia grave e affabile di montanaro. Ci fece salire nelle stanze degli ospiti, che nelle case sarde occupano sempre il secondo piano; e subito ci verso? da bere. Nella stanza c’erano due letti disfatti, destinati agli ospiti: alle finestre non c’erano i vetri, e le rondinelle entravano liberamente, e ci stridevano sul capo edificando i nidi fra le travi del soffitto. Uscendo dallacasa di Giovanni Tolu, ci accadde una cosa seria: incontrammo il curato, e dovemmo andare con lui a bere il vino suo; poi incontrammo altri, e non ci fu scampo: bere o affogare Quando facevamo delle rimostranze, ci guardavano con certe facce meravigliate e turbate, come gentleman inglesi che sentano qualcosa di sconveniente.

L’usanza del paese e? questa; e convenne piegarsi. Il nostro ultimo ospite fu l’assessore anziano, un vecchietto lungo, secco, duro, di cartapecora, con le brache bianche, con gli occhiali sul naso di falco: un ciabattino onesto e ilare, come un … ciabattino antico. Quando Dio volle, ci rimettemmo in carrozza. Il vino d’Oliena ci gorgogliava nelle vene, e ci assaliva il cervello con certi prorompimenti di fiammate calde, con certi sussulti di pazzia. Il vino d’Oliena e? un vino denso di rubino cupo: un vino calmo che sotto il rossore placido nasconde i tradimenti. Vi discende nello stomaco accarezzandovi il palato con certi vellicamenti di donna innamorata, accarezzandovi le papille del naso con certi profumi tentatori. Poi d’improvviso irrompe, e v’invade la testa, e v’invade tutto il corpo, invincibilmente. Cosi? noi tornammo cantando a squarciagola con la testa piena di fiamme. Passammo ponte Michinari, passammo ponte de su Re, passammo ponte Caduche?, passammo ponte Capparedda.
La notte scendeva a grandi passi dalle montagne, e noi a traverso quell’invadimento delle ombre ce ne andavamo cantando a squarciagola.>>.

“Papavero” (Edoardo Scarfoglio) calendimaggio 1882 – corrispondenza per il “Capitan Fracassa”.