cantina

Cantina Vini Carboni - Ortueri (NU)

Vini Carboni

L’Azienda vitivinicola Giuseppe Carboni, nasce negli anni 90  quale risultato della passione del titolare, che pian piano trasfonde in competenza ed esperienza ed, infine, diventa testimonianza ed eredità per i suoi giovani figli.

La filosofia ispiratrice della cantina è quella di coniugare la tradizione millenaria di coltivazione e produzione del vino, ereditata dalla generazioni che lo hanno preceduto, al costante lavoro di studio che, tra tradizione e innovazione ricerca la sintesi per ottenere vini sempre migliori, guardando al gusto del mercato e alle tecniche enologiche più moderne, pur mantenendo inalterate quelle proprietà che rendono unici i vitigni, il terreno e il microclima – in una parola il terroir – delle colline del Mandrolisai. La cantina Carboni  ama mantenere l’idea che il vino sia un prodotto di famiglia, che scaturisce da uno speciale legame con la terra e i suoi ritmi. Ancora oggi, tutta la famiglia, effettua le operazioni di cura necessarie al mantenimento di una qualità che è, prima di ogni altra cosa, un gesto d’amore nei riguardi della natura e di chi la rispetta e la asseconda con l’accortezza del lavoro umano.

Questa cantina è il testimone della storia di una piccola comunità di contadini, quella ortuerese, figlia di tante altre storie che si intrecciano in maniera naturale, dalle quali, però, emergono, splendidi, i vitigni autoctoni meritevoli di ancora maggiori riconoscimenti e tutele, meritevoli di essere conosciuti per qualità, eccellenza della produzione e varietà e di attente politiche di valorizzazione e sostegno da parte delle istituzioni tutte. Narra la storia di una famiglia che, guardando in maniera orgogliosa e consapevole al meglio della propria tradizione millenaria, intende proiettarla, fiduciosa, nel futuro dei propri figli, ai quali affida l’onere di trasfondere gli antichi saperi in un innovativo progetto enologico capace di dedurne e sintetizzarne le potenzialità più originali.

Vino e Sardegna è oggi un binomio abbinato alla qualità in tutto il mondo. Nella nostra splendida isola vi sono poi territori dove la grande vocazione vitivinicola porta i nostri prodotti a grandissimi livelli di eccellenza. Tra questi Ortueri, inserita tra la Barbagia e il Barigadu fra gli altopiani del Mandrolisai, grazie alle straordinarie caratteristiche del clima, dei terreni, alla storica tradizione enologica, entra nell’olimpo dei territori vitivinicoli sardi con i migliori elementi per la creazione di vini di straordinaria qualità.

IL MANDROLISAI & ORTUERI. 
I vitigni prevalenti sono il cannonau, il bovale sardo (muristellu), il monica e il nasco. La natura dei terreni dona un’uva che esprime caratteristiche qualitativamente eccezionali. 
Ogni vite è coltivata infatti nel rispetto dell’ambiente e produce solo pochi grappoli, molto ricchi di sapori e profumi, che donano al vino forza,armonia ed eleganza, trasmettendo ai sensi il calore del sole, gli aromi e i profumi di questo territorio.

ORTUERI: LE SUE ORIGINI. 
Ortueri, terra di sughere e vigneti, è un piccolo borgo di origine medioevale situato nel cuore della Sardegna, appartenente alla sub-regione del Mandrolisai sul versante occidentale del Gennargentu. Le parole di Raimondo Bonu (1974) trasmettono ancora meglio l’immagine di questo luogo particolare «che accoglie un ampio bivio, nella estremità meridionale del paese con il nome di "Perda de Isteddu, pernio ideale intorno al quale si irraggiano da nord a est e a sud-ovest numerose vallette e piccole alture, queste e quelle ricche di nomi che ricordano lingue morte e varie civiltà sviluppatesi in un arco di oltre venticinque secoli» In effetti Le testimonianze archeologiche del territorio ortuerese attestano che l’uomo ha abitato questi luoghi da tempi remoti risalenti all’ultima fase del Neolitico, periodo al quale appartengono le domus de janas e i dolmen rinvenuti, purtroppo non più fruibili dalla collettività dato l’intenso utilizzo del territorio che ha portato alla loro quasi completa distruzione. D’altronde, così come avviene per il resto dell’isola, anche per la città di Ortueri, sono molto più numerose e significative le testimonianze archeologiche della successiva età nuragica, costituite da svariati esempi di nuraghi di tipo semplice – monotorre ( come Leonai, Su Linnari, Ghenna `e giuncu, etc.).

Quando nei primi anni del secolo XI le fonti storiche risorgono dall’assoluto silenzio e riprendono a "trattare di cose sarde", troviamo l’isola già divisa in quattro stati indipendenti chiamati giudicati: Cagliari, Arborea, Logudoro e Gallura. 
La villa di Ortueri in età giudicale rientrava nella curatoria del Mandrolisai, appartenente al giudicato di Arborea e partecipò alle vicende svoltesi intorno a tale stato. In seguito alla caduta del giudicato, durante il periodo sabaudo dopo alterne vicende, entro a far parte della contea di San Martino, feudo dei Valentino fino al 1821, anno in cui il territorio fu incluso nella provincia di Oristanoliberandosi così solo nel 1838 dalla dipendenza feudale. Infine, quando nel 1927 fu costituita l’attuale provincia di Nuoro, ne entrò a far parte.

La presenza di queste costruzioni attesta che il territorio ortuerese era abitato da comunità nuragiche che ne sfruttavano le potenzialità legate alla presenza di pascoli, foreste e terreni da coltivare. 
Durante l’età romana questi stesse località si estesero con lo sviluppo di svariati micro-insediamenti tipici di questo periodo, detti i vici, composti da aggregati di modeste dimensioni, orbitanti attorno a ville rustiche di nuova costruzione, in cui risiedeva il conduttore del latifondo. Con la caduta dell’Impero romano, dopo un breve periodo di occupazione dei Vandali, la Sardegna passò ai Bizantini. Presumibilmente entro la fine del I millennio, come avvenne in altre parti dell’isola, i nuclei insediativi sparsi nel territorio scomparvero a favore di un unico centro: l’attuale abitato di Ortueri. La prima menzione della villa si trova nel Condaghe di Bonarcado (composto tra il 1120 e il 1246). 

Testo tratti dalla Tesi di Laurea della Dott.ssa Lidia Puddu e della Dott.ssa Annalisa Pusceddu – per loro gentile concessione.

Il Vino e la Sardegna hanno un legame antichissimo, segnato in modo indissolubile dalle invasioni e dai domini subiti dall’isola nel corso dei secoli. La coltivazione della vite fu introdotta nel lontano VIII sec. a.C. dai Fenici e fu in seguito perfezionata dai patrizi Romani che riempivano le loro cantine di vini sardi. 

Nel Medioevo, in seguito ad una forte battuta d’arresto legata alle invasioni di più orde barbariche, la vite e il vino ripresero vita sia grazie all’opera dei monaci benedettini sia per effetto della Carta de Logu, emanata dalla "giudichessa" Eleonora di Arborea nel 1395, che regolava e regolamentava rigorosamente le produzioni vitivinicole dell’isola. 

E così che alla fine del ‘500, Andrea Bacci descriveva la Sardegna come "l’isola dei vini".

Fù tuttavia solo con la dominazione spagnola che vennero introdotte le cultivar, "progenitrici" di parte degli attuali vitigni autoctoni sardi (come il Cannonau ed il Bovale..). A dispetto delle lontane origini appena accennate, in tempi recenti, la superficie vitata in Sardegna ha subito una notevole riduzione sino ad attestarsi a poco più di 40.000 ettari, mettendo a rischio parte di questa antica tradizione. A tale rischio si oppone l’attività dell’Azienda vitinicola Carboni, che punta sia alla rivalutazione dei vitigni autoctoni dell’isola sia all’introduzione di nuovi uvaggi, con la rivisitazione di vini perduti nel tempo. Tale attività è sempre condotta ispirandosi ad una precisa filosofia e seguendo gli antichi dettami dei Nostri Avi, per la cui comprensione è sicuramente meglio rifarsi ad "Enzo Bianchi". 

Lui, più di ogni altro, è in grado di tradurre in parole la passione enologica che da più di 20 anni ci guida e ispira nella cura e nell’attenzione rivolta verso i Nostri Vitigni.

Approfondimenti
La vite come cultura. Da “Il pane di ieri” di Enzo Bianchi

Cantina Vini Evaristiano - Oristano (OR)

Vini Evaristiano

L’attività viticola, avviata già dal 1939 dallo stesso Fondatore della Compagnia Padre Evaristo Madeddu, rappresenta, oltre il prosieguo della tradizione, anche una fonte di autosostentamento con un impegno continuo ai fini educativi e formativi, sia per gli Ospiti della Comunità, sia per gli abitanti delle zone in cui sono impiantati i vigneti. Tutti i vigneti impiantati dalla Compagnia nella zona del Sinis vengono seguiti e lavorati per ottenere prodotti BIOLOGICI certificati. Il programma di completamento degli impianti dei nuovi vigneti, avviato nel SINIS dai primi degli anni Ottanta, sta per concludersi con la messa a dimora dell’ultima parte autorizzata dalla stessa Regione Sardegna grazie al diritto di reimpianto concesso per sei ettari di uva Vermentino e Cannonau DOC.

Per la lavorazione dei vigneti la Compagnia si avvale della professionalità di alcuni Confratelli della stessa Comunità, nonché del contributo di numerosi volontari e Confratelli Onorari che con entusiasmo rispondono alle esigenze dell’Opera non solo per il settore specifico. Infatti l’aiuto dei volontari e dei Confratelli Onorari (medici, ingegneri, meccanici, coltivatori, artigiani, ecc.) è continuo e presente anche durante lo svolgimento delle altre attività sociali ed educative della Comunità. La superficie complessiva dell’intera azienda, attualmente in fase di completamento e di miglioramento, è pari a venti ettari di cui 12 sono a vigneto. Il sistema di allevamento delle viti è a Guyot (un capo a frutto e due speroni). L’impianto ha una densità di 3.700 ceppi e un carico di gemme a ettaro di 35/40.000.

Cantina Vigneti Zicca - Villagrande Strisaili (NU)

Vigneti Zicca

Dal 1978 coltiviamo il vitigno posto in Villagrande Strisaili, località "Corru Trabutzu", produciamo esclusivamente vini tradizionali locali, principalmente il Cannonau di Sardegna.
Le nostre piccole produzioni soddisfano solo il miglior mercato locale. La conduzione dell’azienda è di tipo familiare, ora siamo alla seconda generazione.

STORIA E TRADIZIONE. I vini prodotti nella nostra cantina sono stati da subito molto apprezzati, venivano venduti quasi sempre sfusi fino alla fine degli anni 90, nella piccola cantina di famiglia. I clienti abituali, lo acquistavano soprattutto per eventi importanti, come matrimoni, sagre o feste paesane.
?
OGGI. Oggi il vino, viene regolarmente imbottigliato, in piccoli singoli lotti numerati, da 2000 a 5000 bottiglie per volta, con la denominazione IGT, Isola dei Nuraghi e IGT Ogliastra.

FILOSOFIA. I nostri vigneti sono stati impiantati con una filosofia mirata non a produrre quantità, ma alta qualità delle uve.
Le viti sono prevalentemente di Cannonau locale, rigorosamente privi di impianti di irrigazione, allevati principalmente a "Guyot" con sostegno a spalliera in pali di cemento e filo di ferro d’acciaio.
Il sesto è di mt 2.30×1.00 .

SUOLO. ?Il terreno è fertile, derivato dal disfacimento della roccia madre di origine granitica.

?LA POSIZIONE. Il vigneto giace in posizione collinare ben soleggiato ed arieggiato. I vigneti sono posti ad una quota altimetrica che varia dai 150/m/slm, fino a 200/m/slm
?
L’ALLEVAMENTO. Le viti sono coltivate con conduzione familiare, utilizzando esclusivamente il metodo tradizionale locale.

LA TENUTA?. I nostri vigneti hanno più di trent’anni, sono posti in località "Corru Trabutzu" o "Corrus De Trubutzu", ai piedi di "Monte Maoro", in agro del comune di Villagrande Strisaili, già sul confine con l’agro dei comuni di Tortolì, Arzana, Ilbono e Girasole, in territorio Ogliastrino. ll terreno è ricco, fertile, ideale per la coltivazione del tradizionale vitigno cannonau.

I VINI. I nostri vini nascono da uvaggio esclusivamente prodotto nella tenuta di famiglia, da vigneti impiantati nell’anno 1979, la vendemmia è manuale, eseguita nell’ultima settimana di Settembre.
La vinificazione viene realizzata con metodo tradizionale locale, con un attenta selezione delle uve, la fermentazione è naturale, con una macerazione di circa 10-12 giorni, con un buon utilizzo della tecnica del Delestage.
Pigiatura soffice al 60/65%.
Il vino subisce un leggero invecchiamento in modo da dargli le giuste caratteristiche organolettiche di tipicità.
L’affinamento finale avviene in bottiglia, il vino esprime le sue migliori caratteristiche dopo un affinamento di almeno 6/12 mesi.
La conservazione avviene in ambiente con temperatura costante e luce controllata, la gradazione alcolica del nostro vino, varia a secondo dell’annata di produzione da 13 a 14% vol.

Cantina Vigneto Santu Teru - Nurallao (CA)

Vigneto Santu Teru

La Cantina “Vigneto Santu Teru” di Ugo Sionis si trova a a Nurallao, piccolo paese di 1254 abitanti della provincia del Sud Sardegna.
La cantina produce ad oggi sei vini a Indicazione Geografica Protetta: 
due bianchi, il Karinniu e il Karinniu vendemmia tardiva, ottenuti da uve Nasco. 
quattro rossi, il Tirrigò da uve autoctone del territorio, il Ba.Bo, da uve Barbera Sarda e Bovale, il Gurè da uve Syrah e infine  il S’Antigu sempre da uve Barbera Sarda. 
Tutti i vini sono ottenuti da uve coltivate su terreni calcarei in località Santu Teru a circa 400 metri sul livello del mare in modo completamente biologico.
Cantina VIKE VIKE - Mamoiada (NU)

VIKE VIKE

VIKE VIKE: in italiano significa guarda guarda! Due ettari e mezzo di vigne vitate a Cannonau nell’agro di Mamoiada, per Simone Sedilesu figlio d’arte di Francesco della cantina Giuseppe Sedilesu, fare il vino significa rispettare il territorio, l’ambiente e le tradizioni.

“Per me non è importante fare dei vini perfetti, ma dei vini a perfetta immagine e somiglianza del territorio”.

Produce attualmente un rosso da uve Cannonau in Purezza, un bianco Barbagia IGT da uve granazza, varietà autoctona del centro sardegna è un Moscato.