Decimoputzu (SU)

Decimoputzu

Decimoputzu: alla scoperta di un borgo sardo ricco di storia e tradizione vinicola

Situato nella suggestiva piana del Campidano di Cagliari, Decimoputzu è un comune italiano che vanta una popolazione di circa 4.350 abitanti. Questa pittoresca località, attraversata dal fiume Flumini Mannu, offre non solo paesaggi mozzafiato ma anche una storia millenaria che affonda le radici nell’epoca prenuragica e nuragica.

  • Le testimonianze più significative di questo passato glorioso includono i maestosi nuraghi di Monte Idda e Casteddu de Fanaris, insieme alla misteriosa domus de janas in località Sant’Iroxi, conosciuta come la “Tomba dei guerrieri”. Qui sono stati rinvenuti reperti straordinari come lame di spade e pugnali risalenti alla Cultura di Bonnanaro (circa 1600 a.C.), che testimoniano antichi scambi culturali.
  • L’influenza delle civiltà fenicio-punica, romana, vandala e bizantina ha arricchito ulteriormente il patrimonio storico di Decimoputzu, conferendogli un fascino unico nel panorama sardo.
  • Il toponimo “Decimoputzu” compare per la prima volta nel lontano 1414, quando il territorio faceva parte della curatoria di Gippi nel giudicato di Cagliari. Nel corso dei secoli, il borgo ha vissuto diverse dominazioni fino alla soppressione del sistema feudale avvenuta nel 1839.

Oggi Decimoputzu conserva gelosamente le sue tradizioni, tra cui spicca la produzione vinicola locale. Grazie al clima mediterraneo favorevole e al terreno fertile della regione, i vigneti circondano il comune regalando pregiati vitigni che danno vita a vini rinomati.

I visitatori possono immergersi in un’esperienza enogastronomica autentica degustando i vini locali presso le cantine del territorio o partecipando a eventi legati alla cultura vinicola organizzati periodicamente nel borgo.

Decimoputzu rappresenta dunque non solo una tappa imperdibile per gli amanti della storia antica ma anche per gli appassionati del buon vino che desiderano esplorare le eccellenze enologiche della Sardegna.*Ipogeo di Sant’Iroxi